LETTERA DAL CARCERE |
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Mia cara Francesca,
è venuta qui Alessia - un'amica torinese che vorrei farti conoscere - e siamo stati un poco a passeggiare nel cortile. Così, parlando e camminando al freddo, abbiamo ricordato assieme una eccellente relazione sull'arte a cui avevamo assistito diversi anni addietro. Al termine della visita mi ha salutato informandomi che Danilo non sarebbe venuto al prossimo incontro con quelli del Comitato perché era a Firenze. Come mai a Firenze? ho chiesto: ci andava con la moglie a vedere la mostra Rinascimento Elettronico di Bill Viola. Ho dato poco peso alla notizia, commentandola appena dicendo che anche una mia amica voleva recarsi lì per lo stesso motivo. Rimasto solo, disteso sulla branda mi tornò in mente l'immagine palpitate che parecchi anni prima avevo ottenuto campionando una brevissima sequenza dal film Stalker di Tarkovskij, che poi mi incantavo a guardare sullo schermo ripetersi all'infinito, sempre uguale eppure sempre diversa, traendone un piacere indefinibile. Riflettevo lentamente al ritmo di quella suggestione, e intanto pensavo che mi avrebbe fatto piacere anche raccontare ai compagni qualcosa come Parabole e Catastrofi dell'Arte... Se ci pensi bene arriveresti anche tu a concludere con me che un simile lavoro sarebbe la forma più compiuta di tutto ciò che ho fatto o tentato di fare finora. Non dovrei ricorrere all'immagine del Lenin che interrompe la redazione di Stato e rivoluzione per fare l'esperienza viva della rivoluzione di cui stava scrivendo; ma quando una rivoluzione non è imminente, non rimane che starsene come sorci in una scrivania a rodere e corrodere fino al midollo le cose attuali. E' anche probabile che invece io stia delirando se adesso mi spingo a dire che all'arte stessa oggi non restano altre opere da realizzare che non abbiano la forma di consuntivi finali, che facciano i conti con l'arte di questa società prima di chiuderli per passare alla prossima. Sono certo che diresti che l'arte sta facendo proprio questo già da parecchi decenni. Appunto, convengo; ma la dissoluzione in atto ha operato potendo guardare solo ad un passato (ed ecco perchè tutto resta di sale), non ancora ad un futuro - e tu sai bene a quale specifico futuro mi riferisco... So perfettamente che non ti interessano più questi argomenti. Allora mettiamoli da parte e veniamo al dunque: per preparare quello che mi sono proposto mi sarebbe utile la tua collaborazione. Immagino già che avrò bisogno di fotocopie dai libri che sono rimasti in casa di mamma, o di consultare altri volumi e titoli più recenti, eccetera, e tu sei l'unica persona capace di mettere le mani tra i miei disordinati scaffali e tiretti senza impazzire. Sono spiacente se la richiesta ti crea imbarazzo, ma pensaci e fammi sapere se potrai assistermi anche in quest'ultimo lavoro. Ciao e a presto. |
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